Un neonato che dorme tutta la notte? Possibile!

Sì sì, è possibile! Noi ci siamo riusciti.

Lo ammetto: abbiamo avuto uno spoiler da un collega del mio compagno. Lui si era trovato, con il suo primo figlio, a perdere notti e notti di sonno. In occasione della seconda gravidanza della moglie, la scoperta: esiste un testo – in inglese – che parla proprio del sonno dei bambini e si chiama “Healthy Sleep Habits, Happy Child: A Step-by-step Program for a Good Night’s Sleep”. Vi metto l’immagine della copertina, così vedete anche l’autore.

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Comprato, iniziato a leggere ma poco dopo l’ho abbandonato. Premetto che ho un buon livello di inglese e solitamente non faccio fatica, ma per me questo libro era scritto con un lessico un po’ troppo “medichese”, per così dire. A quasi ogni parola ero bloccata per cercare il significato…stavo quasi perdendo le speranze.

Poi, per caso, mi sono imbattuta su YouTube in questo video di Agnes Cant, la quale praticamente riassumeva per sommi capi un altro libro dedicato al sonno: “The Good Sleeper – The Essential Guide to Sleep for Your Baby – and You”. Anche qui vi metto la copertina.

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Vedere il video mi ha fatto venire voglia di leggere il libro e così ho fatto.

E meno male, ragazzi!

Diciamo che il libro affronta le diverse fasi di accrescimento dei neonati e dei bambini in generale – e di conseguenza i diversi “tipi di sonno”.

Ci sono alcuni capisaldi che emergono chiari e forti dal libro. Vi faccio alcuni esempi.

  • I bambini devono dormire tanto, ma non bisogna mai arrivare al punto di far sovraffaticare, sovrastancare un bambino: otteniamo l’effetto contrario. Più il bambino si stanca, più il cervello riceve l’input di combattere la stanchezza, rilasciando adrenalina in circolo (= addio nanna).
  • Il luogo comune secondo il quale più un bambino si stanca di giorno e più dorme la notte non è assolutamente vero. Chiaramente succede, alle volte, ma molto più spesso succede il contrario: bambini troppo stanchi mostrano comportamenti controversi e faticano al lasciarsi andare al sonno.
  • I bambini al di sotto dei tre mesi dovrebbero stare svegli al massimo 90′ per volta: lasso di tempo oltre il quale si stancano troppo.
  • Imparare a guardare e capire il nostro bambino e i suoi primi leggeri segnali di stanchezza e cercare di intervenire subito – l’autrice spiega anche come – per evitare la “super stanchezza”.
  • Capire che i bambini, così come noi adulti, hanno dei ritmi circadiani che andrebbero rispettati. Il picco massimo di rilascio di melatonina va dalle 18.00 alle 19.30, ragione per cui l’inizio della routine notturna e la nanna dovrebbero inserirsi in questo lasso di tempo.
  • Spezzare l’associazione di idee “pappa e poi nanna”. E’ decisamente più corretto e più funzionale pensare a “pappa, giocatina e nanna”. L’unica associazione consentita è quella serale, prima della nanna notturna, perchè così si differenzia dalle altre nanne e genera routine.

Ce ne sono tante altre di idee…è stato un libro che mi ha illuminato.
Ho seguito quasi alla lettera i consigli dell’autrice e devo dire che la mia costanza è stata premiata. Alessandro dormiva da solo (no cosleeping) nella sua stanza da poco prima del compimento del terzo mese. E tutt’ora lo fa. Sonno lungo tutta la notte.

Poi, a parte il dormire tutta la notte, bisogna pensare a come si fa dormire il bambino. Mi riferisco alle regole di sicurezza, atte a prevenire la SIDS, ossia la sindrome da improvvisa morte dell’infante. In realtà non si conoscono ancora bene le cause, ma questi accorgimenti possono fare la differenza:

  • dormire in posizione supina (= pancia in su);
  • non dormire con troppo caldo (max 20°C e bambino non troppo coperto);
  • il materasso deve essere della misura esatta della culla/lettino, senza spazi vuoti, Meglio senza cuscino sotto la testa e senza altri oggetti nella culla, nemmeno il paracolpi;
  • il bambino deve essere sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla/lettino (così non può scivolare sotto le coperte) oppure sistemato in un apposito sacco nanna;
  • evitare la condivisione del letto (il co-sleeping di cui parlavo prima);
  • non fumare vicino ai bambini o negli ambienti dove essi soggiornano;
  • l’uso del succhiotto durante il sonno potrebbe avere un effetto protettivo;
  • l’allattamento al seno pare sia un altro aspetto che fa la differenza.

Personalmente ho seguito anche questi accorgimenti – e ci mancherebbe – ma per i primi 4 mesi circa ho fatto dormire Ale in un riduttore per lettino, che è morbido attorno…chiaramente lo guardavo molto spesso, cercando di spostarlo dai bordi quando vedevo che era troppo vicino. Ho abbandonato il riduttore non appena Ale riusciva a toccarne il fondo con i piedi e siamo passati al lettino direttamente. Anche qui ho tenuto il paracolpi per un po’, per evitare che Ale si facesse male…una volta abituato agli “spazi grandi” ho tolto tutto.
Con il passaggio nel lettino sono passata anche ad utilizzare i sacchi nanna, perchè Alessandro si è sempre mosso molto durante il sonno, fin da piccolino (odiava la fasciatura a “burrito”, per esempio) e avevo il terrore che potesse ritrovarsi sommerso dalle coperte.

Vi consiglio di guardarvi attorno…noi i primi due sacchi che abbiamo usato erano di Kiabi e Lupilu (due marchi assolutamente abbordabili, alla portata di tutte le tasche). Mettete in conto che i primi mesi spesso i bambini si “riempiono” di caccotta…e quindi i vostri sacchi nanna si dovranno lavare spesso…decidete voi quanto valga la pena di spendere per degli articoli che verranno lavati/asciugati spesso, magari anche ad alta temperatura.

Con questi due primi sacchi siamo arrivati sino a primavera inoltrata (ovviamente, più la temperatura si alzava – e chiaramente la pesantezza del sacco rimaneva la stessa – più lasciavo Alessandro libero sotto, fino ad arrivare agli ultimi giorni in cui inserivo il mio piccolino solo con il body. Ricordiamoci che i bambini non devono surriscaldarsi.
In estate solo body, senza nient’altro, nemmeno il lenzuolino.

Con l’arrivo del nuovo freddo, per questo autunno-inverno fino ad oggi, che la primavera è alle porte, ho preso 3 sacchi nanna, di 3 pesantezze diverse. Ho deciso di comprare dei sacchi un po’ più “seri”, fatti dall’azienda tedesca Slumbersac che fa soprattutto sacchi nanna.

Guardando il loro sito mi sono accorta che i sacchi nanna non sono tutti uguali. Innanzi tutto differiscono per la forma, perchè ci sono sacchi propriamente detti (a forma di sacco, per l’appunto) o quelli con i piedini (carinissimi!). Esistono sacchi con o senza maniche, per esempio (in alcuni le maniche sono amovibili), alcuni hanno anche l’apertura in fondo per un cambio pannolino più rapido.
Infine, i sacchi nanna differiscono anche e soprattutto per la pesantezza.

Ho scoperto che esiste una unità di misura (che si chiama TOG) che viene utilizzata nell’ambito tessile per indicare la resistenza termica, ossia l’isolamento, di un dato prodotto (del tessuto che lo compone), per esempio coperte, piumini, giacconi…e sacchi nanna!

Sul sito è spiegato tutto per filo e per segno: riporto qui la tabella dei TOG.tog

La stanza di Alessandro è posta in fondo alla casa e spesso è la più fresca (aspetto positivo in estate!). Poi per nostra scelta, in casa noi non teniamo mai il termostato sopra ai 20 gradi, quindi al massimo in camera del mio cucciolo ci sono 20 gradi. Quando ho comprato i sacchi ho acquistato un Tog 1, un Tog 2,5 e un tog 3,5. Usarli, con queste indicazioni, è molto semplice. Ovviamente adesso il Tog 1 non lo sto usando, ma tra poco manderò in pensione il Tog 3,5 e comincerò ad usare il Tog 1, lasciando un pigiamino più pesante sotto.
Provare per credere.

Ad Alessandro il sacco nanna piace molto e credo che concorra ad infondergli quella tranquillità necessaria per abbandonarsi al sonno. Penso che probabilmente si senta protetto, avvolto…anche se lui da nanetto odiava la fasciatura. Sono riuscita a fargliela solo nel primo mese e mezzo…poi ha iniziato a muovere le manine e ciao!!

Mamma, fasciati tu, io devo scoprire il mondo attorno a me!

Sul sito trovate anche la tabella delle taglie e su come scegliere quella che fa al caso del vostro bambino. Nulla è lasciato al caso: io mi sono trovata benissimo, la qualità è ottima, i prodotti resistono bene a lavatrice e asciugatrice, la spedizione impeccabile.

Vi lascio mostrandovi quali sacchi nanna ho scelto per Ale. In realtà sono stata più sul genere unisex: si sa mai che prima o poi arrivi un fratellino…o anche per regalarli ad amici. Con l’unisex non si sbaglia.

sacchi di ale

Con questa ultima osservazione vi saluto e ci sentiamo tra un po’ con un altro post.

Buona settimana!

Elisa

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